Allungamento del pene

domenica 16 agosto 2009

Pene con fimosi: è necessario operare?

INTRODUZIONE
Si parla di fimosi quando l’apice del prepuzio sia tanto ristretto da impedire lo scoprimento del glande o da determinare una strozzatura al di sotto di esso una volta che sia scoperto. Questa definizione ritengo sia importante poiché, per escludere la fimosi, non è sufficiente constatare che il prepuzio lasci scoprire il glande. I problemi maggiori, infatti, consistono proprio nella stasi venosa che il restringimento prepuziale determina a livello glandulare o del corpo del pene una volta che sia avvenuto lo scorrimento (ad esempio la parafimosi nei casi più severi).
Diagnosticare precocemente e correggere una fimosi significa evitare al bambino infezioni delle vie urinarie ricorrenti ed episodi infiammatori più o meno frequenti a livello locale, oltre che prevenire disturbi in età adolescenziale o adulta (parafimosi, eiaculazione precoce, dolore all’erezione, lesioni locali durante i rapporti).

LA PATOLOGIA PREPUZIALE IN ETA’ PEDIATRICA
Alla nascita il prepuzio aderisce in modo più o meno tenace al glande (aderenza balanoprepuziale o A.B.P.). La mucosa che riveste al suo interno il prepuzio produce, nel tempo, una sostanza sebacea (smegma prepuziale) che, nei mesi, si accumula nel solco balano prepuziale iniziando, dal basso verso l’alto, una separazione naturale dell’aderenza stessa. Intorno ai due anni lo smegma accumulato e la crescita del glande (che “stira” la sua aderenza col prepuzio) rendono possibile tentare uno scollamento manuale esente da traumatismi locali. Fino ai due-tre anni, quindi, è consigliabile evitare manovre forzate di dissociazione dell’aderenza per evitare lesioni (soluzioni di continuità, microfissurazioni, sanguinamenti) sia sul glande che sul prepuzio, il cui esito cicatriziale potrebbe, di per se, generare una fimosi. I tessuti cicatriziali, infatti, sono anelastici e quindi mal si adattano ad una zona come l’apice prepuziale, caratterizzato da una modellabilità notevole in relazione ai cambi di volume del pene e del glande. L’aderenza balanoprepuziale, di norma, impedisce di osservare la presenza di una fimosi congenita, dato che fisiologicamente è impossibile (fino ad avvenuto scollamento) valutare il grado di scorrimento del prepuzio. Del resto risulta altrettanto importante ricordare che (come già detto) manovre troppo precoci o decise attuate in questa zona sono una delle cause di fimosi (fimosi iatrogena, molto più frequente della fimosi congenita). Fino ai due-tre anni, quindi, è raccomandabile soltanto un’accurata igiene locale e l’osservazione attenta di come procede l’accumulo di smegma per poter individuare il momento più adatto alla manovra di scoprimento definitivo che deve essere attuata gradualmente ed evitando il più possibile irritazioni o traumi.
Una volta avvenuto il completo scollamento dell’A.B.P. può essere valutato (se presente) il grado di restringimento dell’apice prepuziale.
Attenzione massima va posta all’igiene ed alle irritazioni locali anche nel caso in cui il prepuzio non mostri alterazioni. Una balanopostite od un sanguinamento (spia di soluzione di continuo della mucosa) può determinare infatti esiti cicatriziali a questo livello ed essere quindi essa stessa, nel tempo, una causa di restringimento.
Qualora sia presente una fimosi, questa va studiata nelle sue caratteristiche anatomiche e nel suo decorso clinico (possibili patologie fimosi-dipendenti quali infezioni locali o urinarie) per deciderne l’approccio terapeutico più adatto.

Non vanno sottovalutate, nella decisione terapeutica, le connotazioni psicologiche. Un intervento in questa sede, infatti, per quanto superficiale e poco traumatico dal punto di vista fisico, determina comunque un’alterazione nell’aspetto estetico, possibile fonte di disagi. Questo fa si che un intervento chirurgico sia meno coinvolgente, dal punto di vista affettivo, se attuato quando il bambino non abbia un’età superiore ai tre anni (poco dopo lo svezzamento dal pannolino), cioè quando, nel suo sviluppo neuropsichico, non sia ancora arrivato a prendere coscienza della sua sessualità (fase che i Freudiani chiamano “fallica”).

CLASSIFICAZIONE ANATOMO-CLINICA della patologia prepuziale
Grado 0: prepuzio scorrevole ed elastico. Una volta scoperto il glande la cute prepuziale si adagia sul corpo del pene senza determinare alcuna irregolarità della superficie.
Grado 1: prepuzio scorrevole ma con presenza di anello fimotico elastico che determina incisura peniena almeno ad 1 cm. sul corpo del pene, sotto al solco balano prepuziale. E’ comunque possibile ricoprire il glande senza difficoltà anche in erezione. (Fig. 1)
Grado 2: prepuzio scorrevole ma con presenza di anello fimotico fibroso che determina incisura a livello del solco balano prepuziale. Il glande si ricopre ma con sensazione di “scatto”. In caso di erezione la manovra risulta parzialmente ostacolata ma ancora possibile (Fig. 2)
Grado 3: c.s. ma con infezioni locali ricorrenti (balanopostiti). Rischio di parafimosi o di evoluzione in grado 6 (vedi)
Grado 4: Prepuzio che non scorre sul glande. Presenza di anello fimotico fibroso ed anelastico, visibile all’apice del prepuzio durante i tentativi di scoprimento, sotto forma di cercine biancastro, con diametro maggiore ai 3 mm, ed eversione della mucosa prepuziale. (Fig. 3)
Grado 5: c.s. ma con infezioni delle vie urinarie (IVU) ricorrenti o balanopostiti
Grado 6: fimosi serrata (cicatriziale e non) con restringimento dell’apice prepuziale inferiore a 3 millimetri. Esito di pregresse balanopostiti o traumatismi locali con o senza sanguinamento. Rischio di IVU ricorrenti. (Fig. 4)

Nessun commento:

Posta un commento